Ho trovato abbastanza preoccupante questo articolo uscito sul Corriere questa mattina: quasi 14.000 morti in incidenti con motociclette negli ultimi 10 anni. Non posso non avere un brivido alla schiena, in quanto anch'io motociclista.
Non penso di far parte della categoria degli "smanettoni"; mi piace andare forte, ma mi diverto molto di più a fare una bella curva a bassa velocità, impostata bene, piuttosto che infilare marce in rettilineo come un ossesso.
Per chi abita nell'alto varesotto, 100 volte meglio il Brinzio della Valganna in motocicletta, almeno stando al mio modo di vedere le cose.
C'è da aver paura ad andare in moto, comunque: le condizioni delle strade sono spesso disastrose, e molti automobilisti si comportano come se avessero ricevuto la patente in omaggio con 10 confezioni di kinder bueno. Il motociclista deve sempre ragionare pensando che l'automobilista vicino a lui stia per fare la manovra più idiota tra tutte quelle a sua disposizione. Caso concreto: a prescindere dalla precedenza che si può avere, sempre ragionare come se gli automobilisti siano pronti a non darla.
Ma il problema di fondo, per i motociclisti, e che mi fa molto riflettere su quello spaventoso numero di morti, è il comportamento stesso dei motociclisti.
Alcuni pensano di essere perfetti emuli di Valentino, ma sono solo comuni signor Rossi
Questo è quanto dichiarato dal presidente dell'Asaps, Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale. Ha, purtroppo, perfettamente ragione. Ci sono tantissimi moticlisti disciplinati e rispettosi sia del codice civile, che della propria vita, ma il loro comportamento è offuscato dale bravate di questo "wannabe vale", che pensano di avere molto manico ma che a di fatto hanno solo poco cervello.
Talmente poco, da non avere neppure il più elementare senso della paura, che dovrebbe venire a chiunque sfrecciando nelle provinciali come se ci si trovasse in circuito.
Mi è capitato più volte di incontrarne per strada, e spesso mi domando se non li troverò spiattellati sull'asfalto alla prossima curva da come corrono senza limiti.
Non voglio passare per ipocrita: sono anche io un motociclista e le mie belle infrazioni, come tutti, penso di averle fatte. Ma spero di aver sempre guidato non perdendo di vista il buon senso, che mi fa mettere al primo posto la mia vita e quella di altre persone che posso incontrare per strada. E soprattutto, sono conscio di essere solo un Sig. Rossi, come tanti.
lunedì, aprile 24, 2006
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